Modello Woop: come colmare la distanza dal tuo sogno professionale

di Emma Tondo Aprile 26, 2022

Qual è la distanza che ti separa dal tuo sogno professionale? Quante volte hai ceduto alla tentazione di lasciare andare?

 

Il pensiero positivo nutre le bacheche dei social network e motiva a credere di riuscire in qualsiasi impresa quando lo si desidera davvero.

Ti sei mai chiesta/o cosa vuol dire volere davvero qualcosa? “Uno su mille ce la fa” – come il titolo di una nota canzone – implica che i restanti 999 possiedono un sogno più debole? Se il motto “Uno su mille ce la fa” diventasse “Prova mille volte e riuscirai” quante volte saresti disposta/o a stramazzare?

Il mondo dello sport ci viene incontro per insegnarci che l’unica certezza per ottenere una sconfitta è non allenarsi. Nella ricerca di un lavoro, come nello sport, allenarsi vuol dire dedicare del tempo all’esplorazione, conoscersi per promuoversi e accettare di non essere i soli candidati per la posizione alla quale aspiriamo. Quanto sei attrezzata/o nel tuo sogno per dedicarti a questa preparazione atletica verso le olimpiadi del mercato delle professioni?

 

L’autrice Christie Vanbremeersch nel suo libro “Kaizen, La filosofia giapponese del grande cambiamento a piccoli passi” sfida il lettore a prendere quota prima di passare all’azione. Tra il sogno professionale e il raggiungimento pratico dell’obiettivo, infatti, esiste uno spazio di Pianificazione. Si tratta di una zona che comprende attività di osservazione, ricerca e analisi talvolta sottostimate a causa dell’impazienza di raggiungere il traguardo e/o del timore di cascare. Come intraprendere una ricerca strutturata di lavoro senza lasciare da parte i tuoi sogni?

La dott.ssa Vanbremeersch nel suo libro cita la formula WOOP! come metodo di “atterraggio alla realtà” e di allenamento alla perseveranza. L’acronimo WOOP (Wish – Outcome – Obstacle – Plan) è stato pensato e creato per la prima volta dalla Psicologa Gabriele Oettingen, che lo propone nel suo libro “Io non penso positivo” (2017). L’autrice invita i lettori ad un approccio pragmatico di realizzazione dei sogni. Questi ultimi evolveranno in visione e obiettivi concreti quando il sognatore avrà acquisito consapevolezza degli ostacoli funzionali alla loro realizzazione.

Come distinguere un sogno da una visione e come concretizzarlo in un obiettivo professionale?

Ti propongo di declinare il modello WOOP alla ricerca del lavoro attraverso queste domande stimolo:

W-ish (desiderio). Qual è il tuo sogno professionale?

O-utcome (risultato). Chi sei e come ti senti in quel sogno? Cosa hai ottenuto?

▪ O-bstacle (ostacoli). Quali ostacoli oggi ti allontanano da quel sogno?

P-lan(Piano). Una volta che hai previsto le difficoltà, come prevedi di attrezzarti per superarle?

Se in questo processo la parola a non convincerti è “Obstacle” è utile che tu sappia essere proprio quella la parola-ponte per la definizione del tuo step successivo: il Piano. Prima di metterti al lavoro, curiosa/o di sperimentarti, ti rilancio la palla ponendoti la stessa domanda di apertura e agganciandola ad altre che potrebbero esserti utili.

  • Quante volte hai programmato di cadere?
  • Come reagisci ai 25 curricula inviati alle agenzie senza avere ricevuto una risposta?
  • Come gestisci le mancate risposte ai 15 messaggi di Linkedin inviati a quelle persone che, secondo te, potrebbero aiutarti a trovare un lavoro?
  • Quanto sei disposta/o a “prenderti” il feedback da quei 5 recruiter che hai conosciuto in occasione del colloquio?
  • Sei preparato ad accettare il feedback di un colloquio in cui non sei tu quell’1 di 1000?

Prendere quota vuole dire adattare la traiettoria anche quando la direzione è chiara e attribuire un senso al percorso di esplorazione che stai portando avanti.

Prendere quota in questo caso vuole dire anche acquisire consapevolezza della tua responsabilità nella capacità di ottenere i feedback che ti occorrono per arricchirti e superare l’ostacolo la prossima volta. Come hai messo in conto questa attività se non hai mai previsto una caduta?

Quando avrai ripreso fiato e stilato un primo bilancio della tua sperimentazione:

  • avrai mappato 25 agenzie per il lavoro nel territorio, non inviato 25 curricula
  • avrai conosciuto 15 recruiter, non affrontato 15 colloqui di lavoro
  • avrai acquisito 20 apprendimenti nuovi, non subito 20 riscontri negativi

Immagina cosa accadrebbe se ti impegnassi per pianificare e moltiplicare quei curricula, quei messaggi su LinkedIn e quei contatti.

Quanto sei pronta/o a provare mille volte?

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