Intelligenza emotiva, ecco perché è così importante per le aziende

di Rocco Cutrupi Dicembre 15, 2022
Intelligenza_Emotiva

L’intelligenza emotiva è una di quelle soft skills che potrebbe fare la differenza nel processo di recruiting. Ecco cos’è e i motivi per i quali l’ufficio HR sceglie spesso il candidato che dimostra il possesso di tale qualità

Durante il processo di selezione del personale un requisito fondamentale che i recruiter cercano nei potenziali candidati è proprio l’intelligenza emotiva. L’attenzione rivolta a tale skill ha creato i presupposti per effettuare un cambio di rotta nei criteri utilizzati durante le scelte di selezione del personale.

Secondo  quanto riportato nel report “The future of Jobs” stilato da World Economic Forum, l’Intelligenza emotiva sarà una delle soft skills più richieste e  valorizzate nell’immediato futuro. Il motivo? Scopriamolo insieme.

Intelligenza emotiva: cos’è e quale ruolo occupa nel processo di selezione del personale

Il concetto di Intelligenza emotiva entra a far parte del “vocabolario” dei recruiter negli anni ’90. Con questo termine si fa riferimento alla capacità di percepire, riconoscere, valutare e gestire le proprie emozioni e quelle degli altri. Non riguarda solo le emozioni dette ma ingloba anche due aspetti importanti, quali:

  • sfera personale: ovvero consapevolezza di sé e motivazione;
  • sfera intersoggettiva: cioè capacità relazionali ed empatiche.
leadership intelligenza emotiva
L’Intelligenza emotiva come soft skills perché risulta importante durante un colloquio di lavoro (pixabay)

Ma che ruolo ha la IE nel processo di selezione del personale?

Tra i molti vantaggi derivanti dall’utilizzo dell’intelligenza emotiva nell’ambito HR, viene esortata una valorizzazione degli aspetti più umani al fine di favorire la connessione tra persone non solo a livello meramente professionale ma anche, e soprattutto, emotivo e interpersonale. Così in fase di selezione del personale, affianco  le competenze tecniche richieste, i selezionatori pongono sempre più spesso l’accento anche su questa soft skill (IE) ritenuta decisiva e in grado di orientare il processo di selezione arrivando all’obiettivo prescelto: ovvero la scelta e la conseguente assunzione finale.

Secondo il rapporto stilato da World Economic Form: “l’Intelligenza emotiva rientra tra le skills più richieste dei prossimi anni”. In modo particolare, si sottolinea come:

“Entro il 2022, non meno del 54% di tutti i dipendenti richiederà una significativa riqualificazione professionale […] La conoscenza delle nuove tecnologie è solo una parte delle competenze richieste a cui affiancare la creatività, l’originalità e l’iniziativa. Allo stesso modo, il pensiero critico, la persuasione e la negoziazione manterranno o aumenteranno il loro valore, così come l’attenzione ai dettagli, la resilienza, la flessibilità e la risoluzione di problemi complessi. Anche l’intelligenza emotiva, la leadership e l’influenza sociale, nonché l’orientamento al servizio, registrano un aumento smisurato della domanda rispetto alla loro attuale importanza”.

E allora, è proprio in questo senso che risulta essenziale tenere in considerazione i vantaggi che questa soft skills può determinare sia in fase di assunzione che dopo l’arrivo in azienda.

LEGGI ANCHE: >>>> Soft Skills: cosa sono le capacità e competenze relazionali

L’importanza dell’Intelligenza emotiva per i recruiter

Come tutte le soft skills, anche l‘Intelligenza emotiva non è del tutto innata ma è possibile in una certa misura indirizzarne lo sviluppo. E’ considerata una skill imprescindibile per un selezionatore poiché permette al dipendente di svolgere il proprio lavoro attraverso una reale collaborazione con gli altri attori del contesto organizzativo. Non contano, dunque, solo le abilità pratiche ma anche la capacità di adattarsi ai cambiamenti come nel caso di nuovi ruoli aziendali, nuove prestazioni richieste o competenze.

intelligenza emotiva
intelligenza emotiva sul lavoro (pixabay)

Ma come l’Intelligenza emotiva di un candidato può diventare un valore aggiunto che porterà un beneficio in una realtà aziendale?

  • L’Intelligenza emotiva della singola persona influisce sui rapporti interpersonali. In questo senso, la predisposizione alla valorizzazione delle emozioni favorirà la coesione e la collaborazione all’interno del team di lavoro. Inoltre, un’apertura mentale più ampia associata all’IE porterà meno contrasti tra i dipendenti.
  • L’uso di questionari in fase di colloquio permette di cogliere soft skills e aspetti della personalità del candidato che rappresentano indicatori dell’Intelligenza emotiva. Il riconoscimento di queste attitudini permette al recruiter di effettuare un’analisi sommaria sull’efficienza in termini emotivi di un candidato.
  • L’IE è un requisito essenziale all’interno di un’azienda ma, in alcuni comparti specifici è ancor più richiesta. Questo perché alcune figure professionali per poter svolgere al meglio il proprio lavoro, hanno bisogno di costruire relazioni basate sulla fiducia e la trasparenza con gli altri. Saper ascoltare la clientela, creare un rapporto empatico, autentico e onesto con loro porterà benefici su due livelli: quello quantitativo e dunque sulla produttività aziendale e quello qualitativo, ovvero sull’employee engagement e la soddisfazione personale.
  • Lo sviluppo dell’IE sul business aziendale ha un impatto di portata elevata perché stimola l’aumento della produttività e dell’efficienza dei propri lavoratori.

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