Nonostante siano tra loro sostanzialmente diversi, sia per formazione che per settore, le caratteristiche che gli addetti alla selezione valutano quando si trovano per la prima volta di fronte ad un CV sono pressoché le stesse:
- Ruolo di lavoro attuale/recente – La prima informazione a cui si presta attenzione quando si riceve un CV è sicuramente la posizione lavorativa corrente. Così facendo, il recruiter, cerca di capire qual è l’attuale status lavorativo della persona e se questa potrebbe essere adatta a ricoprire la posizione in oggetto. La durata con cui si è ricoperto il ruolo è un’altra ottima fonte di dati per l’addetto alla selezione. Da un lato, questa fornisce utili indizi sulla coerenza della persona e sulla sua predisposizione a cambiare lavoro di frequente. Dall’altro, può far capire se il candidato in causa è stato soggetto a licenziamenti o se ha deciso di cambiare percorso professionale.
- Reputazione aziendale – Dopo aver visualizzato l’ultima posizione lavorativa ricoperta, il recruiter va inesorabilmente a considerare il nome dell’azienda presso cui il candidato ha prestato servizio. Aver lavorato presso famose aziende multinazionali da sicuramente un notevole vantaggio. Aldilà dei pregiudizi, aver prestato servizio per una grossa azienda strutturata indica che il candidato ha lavorato in un’ambiente organizzativo complesso, internazionale, e ha familiarizzato con processi e tecniche all’avanguardia. Inoltre, i recruiters, sono ben informati sulle reputazioni aziendali e sanno quale impresa è in grado di offrire un’esperienza professionale di valore e quale no. Nel caso si tratti di una piccola-media azienda non conosciuta, l’addetto alla selezione sarà spinto ad approfondire la lettura del CV. Questo non è sicuramente un problema, a meno che il documento non sia mal scritto, mal formatto e venga perciò scartato in tronco.
- Esperienza complessiva – E’ possibile identificare un percorso di carriera? Il candidato in questione ha lavorato in ruoli a responsabilità crescente durante le sue esperienze? Le posizioni ricoperte e le relative descrizioni sono coerenti con la ricerca in corso? Queste sono le domande basilari che ogni recruiter si pone passando in rassegna lo storico lavorativo del candidato. Non essere in linea con quanto ricercato è uno dei principali motivi che spinge a rigettare il CV sin dalle primissime battute.
- Keywords – Un recruiter con poco tempo a disposizione e con difronte una considerevole mole di CV da valutare è spesso tentato di ricorrere alla funzione “trova” del proprio lettore Pdf o Doc. Ricorrendo al comando CTR + F il recruiter può infatti capire se, all’interno del documento, le competenze ricercate vengono menzionate e con quale frequenza. Se è alla ricerca di uno sviluppatore Java, o di un esperto in supply chain management, l’addetto alla selezione sarà probabilmente tentato di ricorrere a questo semplice comando per capire, in pochi istanti, se il CV in questione è potenzialmente interessante o meno.
- Gaps di carriera – Avere un buco temporale all’interno della propria time-line professionale incide sicuramente in negativo sulla valutazione del profilo del candidato, a meno che, non venga fornita una motivazione valida a supporto. Non hai lavorato per 1 anno per prenderti cura dei tuoi figli? Hai cercato di avviare il tuo business mai hai fallito miserabilmente? Qualunque sia il motivo per cui non hai progredito nel tuo percorso di carriera farai sempre bene a specificarlo. Il recruiter valuterà negativamente qualsiasi pausa temporale nella tua carriera se non fornisci una spiegazione che lo aiuti a capire le tue ragioni. Per approfondimenti leggi l’articolo sul curriculum per profili con pause di carriera.
- Presenza online – La cosiddetta online reputation rappresenta un’ottima fonte di informazioni per qualsiasi recruiter e va ad influire sulla sua opinione del candidato. Anche se non richiesto, sempre più di frequente i CV vengono riempiti da collegamenti a pagine social e a propri blog personali. Offrire un’immagine online seria e professionale impatta inesorabilmente, in positivo o meno, sulle valutazioni di qualsiasi recruiter.
- Organizzazione del CV – Come affermato in questo articolo, l’efficacia di un CV è caratterizzata da diversi elementi tra loro correlati. Questi includono spelling, grammatica, formato del documento. La motivazione del recruiter a continuare la lettura del curriculum viene influenzata da questi fattori così come dall’organizzazione complessiva dei contenuti e dalla capacità del candidato di essere sintetico ed esprimere le proprie potenzialità in maniera concisa.
Superare la prima valutazione del recruiter, ottenere la sua attenzione e convincerlo a leggere in profondità il proprio CV rappresenta il primo passo da compiere verso l’ottenimento del posto di lavoro. Mi auguro che, questo articolo, ti aiuti ad effettuare la tua ricerca lavoro con più consapevolezza ed efficacia.
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