La pandemia da Covid ha causato danni irreversibili non solo sul lato sanitario ma anche su quello economico e finanziario con conseguenze devastanti per i lavoratori che si sono ritrovati, nella maggioranza dei casi, con pause di carriera (forzate) e CV vuoti.
Ma, al di là della crisi pandemica, qualunque sia la ragione della pausa di carriera è bene ridurne l’impatto all’interno del curriculum vitae e, se lampante, chiarire con le giuste motivazioni cosa ha causato tale interruzione. Scopriamo come fare attraverso alcune delle migliori strategie per ripartire al meglio.
Datori di lavoro e addetti alle selezione del personale sono molto sospettosi riguardo i gap di carriera e la loro frequenza. Risulta, dunque, opportuno attuare una serie di strategie volte a limitare l’impatto che tali “vuoti” hanno sul nostro curriculum vitae. Di seguito, una serie di consigli pratici da mettere in atto nel CV per ridurne l’impatto “negativo” e valorizzare i punti di forza positivi.
Al fine di ridurre il gap temporale nel proprio curriculum vitae e risultare, così, più fluido e continuativo, una strategia da adottare riguarda il modo di usare le date. In particolare sono 2 le strategie per nascondere il vuoto temporale nel CV:
Mentre, quando si può contare su una sufficiente mole di esperienze, si potranno raggruppare insieme più attività professionali al fine di coprire un intervallo di anni.
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Al fine di ridurre l’importanza di eventuali pause di carriera sarà opportuno abbandonare il classico curriculum vitae formato cronologico. Sarà, dunque più corretto far scivolare in seconda pagina la descrizione di attività lavorative e relative date d’impiego.
La migliore strategia, in questo caso, è utilizzare la prima pagina per fornire un quadro delle competenze chiave che si sono maturate nel corso del tempo. Così facendo, l’importanza delle date d’impiego verrà notevolmente ridotta in favore delle capacità e delle competenze che realmente si padroneggiano.
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Se la pausa di carriera è ancora molto evidente e dunque, in corso, sarà opportuno illustrare le motivazioni all’interno del CV. Il datore di lavoro sarà ben disposto ad accettare motivazioni legate a problemi familiari, viaggi, studio o esperienze estere.
Le spiegazioni negative, ovvero quelle da evitare poiché mal viste dal potenziale recruiter sono le pause dovute a licenziamento o disoccupazione. Sebbene possa essere la verità, tali motivazioni non gettano una luce positiva sull’operato svolto in passato. Evitare di scrivere nel proprio CV frasi del tipo:
Queste motivazioni sono da evitare (anche se spesso conforme alla verità) poiché spostano l’attenzione del selezionatore dalle qualità personali del potenziale candidato alle cause della fine dei suoi rapporti con il vecchio lavoro, facendolo apparire come una persona problematica e insicura anche se, difatti, non lo è.
La strategia migliore da adottare a tal proposito è trovare un modo positivo per descrivere questo gap. Come?
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Se si sta cercando lavoro dopo un lungo periodo di pausa, si avrà bisogno di dimostrare che si sono mantenute le proprie competenze aggiornate e che si è pronti per ripartire e affrontare appieno le difficoltà del mondo del lavoro.
Si potrebbe per esempio dire che, durante il momento di pausa, si è lavorato al business familiare o a quello di un amico, così come specificare che si sono letti molti libri e riviste di settore, oppure, avviato una piccola attività imprenditoriale, svolto delle attività di volontariato e così via.
Così come affermato nell’articolo scritto su reed.co.uk:
Le competenze IT sono importanti all’interno di ogni curriculum vitae e sono quelle che tendono a diventare obsolete nel minor tempo. Valuta di frequentare un corso d’informatica, sarà un modo per ben comparire agli occhi del datore di lavoro.
In ultimo, ma non certo per grado d’importanza, bisogna ricordare che i datori di lavoro vogliono vedere un genuino interesse per l’azienda e passione per il settore e il ruolo in qualunque candidato. Questo comporta il fatto che difficilmente assumeranno qualcuno che supplica per avere un qualsiasi lavoro motivato unicamente dal desiderio economico di avere uno stipendio per mantenersi. La passione miscelata al puro interesse risultano essere, dunque, la chiave giusta per ripartire.
E se proprio si ha difficoltà, non escludere la possibilità di lavorare in proprio come freelance, quindi da libero professionista.
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