Quando è corretto inviare un cv in inglese invece che in italiano? Ecco quali sono le differenze fondamentali tra i due e gli errori di traduzione da non commettere
Il CV rappresenta il biglietto da visita per eccellenza, ovvero la prima carta che si gioca nel mondo del lavoro che condensa in poche righe la persona che sei e quella che vuoi diventare. Il curriculum vitae è il documento attraverso il quale i recruiter valutano a primo impatto il tuo livello professionale e decidono, poi, se contattarti per il colloquio.
Nel redigere il CV non basta un’attenzione capillare ai dettagli, ma servono anche e soprattutto cura e personalizzazione. Quest’ultimo aspetto si riferisce al fatto che è fondamentale modificare il proprio curriculum ogni qualvolta che si inoltra una candidatura tenendo in considerazione la posizione per cui ci si sta candidando e, quindi, l’azienda. Ma qual è la differenza tra un cv in inglese e uno in italiano?
Tra i tanti aspetti che vanno considerati nella creazione di un CV, c’è la lingua. In quale lingua scrivere il curriculum, italiano o inglese? Quale è meglio inviare? La risposta potrebbe essere scontata. Dipende! Si, ma da cosa?
Anzitutto da dove si sta inoltrando la propria candidatura: per quale posizione professionale e a quale azienda. Avere un CV inglese ben fatto significa ottenere possibilità altrimenti inaccessibili, eliminare ogni barriera geografica alla propria ricerca di lavoro e aspirare a cambiare vita accedendo a opportunità su scala mondiale. Ma c’è da considerare un aspetto importantissimo: cioè una semplice traduzione in inglese del proprio curriculum italiano non è mai sufficiente.
Esistono infatti differenze sostanziali tra i due CV:
Questi tre aspetti devono necessariamente essere presi in considerazione ancor prima di passare alla fase di scrittura del CV in inglese. Inoltre, all’interno del CV inglese si eliminano completamente certe informazioni ritenute superficiali mentre si da rilevanza ad altri dati che solitamente non sono presi in considerazione durante la scrittura del curriculum italiano.
Ecco perché la classica traduzione del CV rappresenta solo una perdita di tempo. Al fine di scrivere un CV inglese efficace è necessario conoscere le principali differenze tra CV italiano e CV in inglese.
Il classico formato europeo molto caro in Italia non è visto, invece, di buon occhio dagli HR esteri. Come affermato in un altro nostro articolo, questo è considerato un formato troppo articolato e dispersivo, dunque non in grado di esaltare le informazioni ritenute importanti. All’estero non esiste un formato di CV prevalente, questo è scelto in base al proprio profilo e al lavoro che s’intende cercare. E qui entra in gioco la personalizzazione di cui abbiamo parlato precedentemente.
Subito dopo le informazioni di base è importate scrivere un resume, (riassunto). Questo deve essere composto da non più di 4 o 5 righe e deve rappresentare una sintesi di tutte le esperienze, competenze e soft skills e hard skills che sono rilevanti per la posizione a cui ci stiamo candidando.
Tale sezione è facoltativa, ma viene usata molto spesso per creare una rapida e positiva prima impressione. L’objective statement può invece essere usato insieme o al posto del career profile: esso indica quale tipo di lavoro stiamo cercando e perché. Molto utilizzato oltre oceano, è adatto soprattutto a neolaureati e a coloro in cerca di una prima esperienza lavorativa.
Anche nel caso di un professionista senior con esperienza pluriennale, il CV Inglese non deve mai superare le 2 pagine di lunghezza. Il motto “less is more” è molto rappresentativo per un CV in inglese questo perché un recruiter deve poter capire se siamo idonei al ruolo professionale per cui ci siamo candidati in circa 30 secondi.
Pertanto, bisogna tagliare tutte le informazioni ritenute superflue e lasciare solo le informazioni essenziali. L’obiettivo è quello di fornire un’istantanea su chi siamo e sul perché il nostro profilo è adatto a quella posizione lavorativa. Diritti al punto, senza giri di parole.
A differenza del curriculum italiano quello in inglese ha severe leggi anti discriminazione in merito che stabiliscono che un candidato vada valutato per le sue potenzialità invece che per l’aspetto meramente fisico. Dunque, inserire la foto all’interno del CV inglese significa dimostrare di non essere consapevoli delle regole vigenti.
Ecco perché è meglio evitare sempre di inserirla salvo che non si tratti di un lavoro per cui sia esplicitamente richiesta.
Stessa cosa della foto vale anche per la data di nascita. Questa, infatti, nel curriculum inglese non è richiesta e non va inclusa, tuttavia, può essere utilizzata strumentalmente da giovani candidati che vogliano giustificare la scarsa esperienza professionale maturata.
Nella descrizione di queste esperienze non bisogna fare mai un semplice elenco dei compiti eseguiti. Bisogna invece evidenziare, utilizzando verbi d’azione, i cosiddetti achievements ovvero i risultati raggiunti e il contributo che abbiamo concretamente apportato all’azienda. Mentre, per quanto riguarda le referenze, queste rappresentano un’informazione indispensabile che va assolutamente inserita alla fine del CV.
In cosa consistono? Semplicemente basta inserire qualche nome, qualifica e contatti mail che il selezionatore di turno può tranquillamente contattare per chiedere conferme o ulteriori informazioni sul potenziale professionista, ovvero tu. Come riportato anche in questa discussione su Linkedin tale pratica è molto diffusa all’estero, per questa ragione bisogna necessariamente provvedere a inserirla nel proprio CV. Di solito basta evidenziare un contatto dal proprio passato professionale e uno da quello accademico.
Ma non dimenticare mai di avvertire in modo preventivo tali soggetti e verificare la loro disponibilità e, soprattutto, che sappiano condurre un’intervista telefonica in inglese, prima di inserirli all’interno del curriculum. Nel caso non si disponga di tali contatti sarà possibile comunicare la propria intenzione a fornirli in seguito con la frase: references available on request o references upon request.
La lettera di presentazione o Cover Letter, rappresenta il necessario corredo a ogni candidatura estera, una sorta di biglietto da visita che deve convincere il selezionatore a valutare il nostro CV. Questo “documento” non deve superare mai una pagina. Deve essere, quindi, sintetica e riassumere esperienze professionali e competenze maturate, ma soprattutto si indica il motivo per cui si è adatti a ricoprire quella specifica posizione lavorativa.
Proprio in virtù di questo la cover letter deve essere specifica per ogni candidatura e tenere conto della posizione in oggetto e del settore di business in cui opera il datore di lavoro.
Prima di inviare un cv in inglese ci sono alcune domande che devi porti:
Da considerare ancora la coerenza, cioè non serve a nulla avere un curriculum scritto in perfetto inglese se poi in sede di colloquio non si ha una conoscenza sufficiente della lingua. In questo caso, allora è decisamente meglio lasciare il curriculum vitae in italiano. Non avrebbe alcun senso passare la prima fase di screening se poi non appena veniamo invitati a colloquio non siamo all’altezza “dell’inglese fluente” indicato.
Altro aspetto fondamentale da non sottovalutare (purtroppo) è che non tutti i selezionatori in Italia hanno una conoscenza approfondita della lingua inglese, e questo accade anche in grandi multinazionali.
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