CV inglese e CV italiano: le differenze cruciali

di Rocco Cutrupi Febbraio 19, 2016

Avere un CV inglese ben fatto significa ottenere possibilità altrimenti inaccessibili, eliminare ogni barriera geografica alla propria ricerca di lavoro e aspirare a cambiare vita accedendo a opportunità su scala globale. Tuttavia, una semplice traduzione in inglese del proprio CV italiano non è mai sufficiente. Esistono infatti differenze sostanziali di struttura, contenuto e veste grafica, che devono necessariamente essere prese in considerazione prima di passare alla fase della scrittura. Leggere come scrivere il CV in inglese rappresenta un vero e proprio investimento per superare questo tipo di ostacoli.

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All’interno del CV inglese si eliminano completamente certe informazioni ritenute superficiali mentre si da rilevanza ad altri dati che solitamente non sono presi in considerazione durante la scrittura del curriculum italiano. Proprio in virtù di ciò la mera traduzione del CV rappresenta solo una perdita di tempo. Al fine di scrivere un CV inglese efficace, bisogna stravolgere il modo con cui siamo soliti costituirlo. Il curriculum o resume (formato ancora più breve) inglese segue delle regole proprie, che è necessario conoscere se si vuole essere presi in considerazione da qualsiasi addetto alla ricerca di personale d’oltre Manica.

Di seguito le principali differenze tra CV italiano e CV in inglese che vanno necessariamente tenute in considerazione:

    • Formato europeo: nonostante il nome, questo formato non è visto di buon occhio dagli addetti alla selezione esteri. Come affermato in un altro nostro articolo, questo è considerato un formato troppo articolato e dispersivo, non in grado di esaltare le informazioni davvero importanti. All’estero non esiste un formato di CV prevalente, questo è scelto in base al proprio profilo e al lavoro che s’intende cercare.
    • Career profile e objective statement: subito dopo le informazioni anagrafiche è importate scrivere (in 4 o 5 righe) una sintesi di tutte le esperienze, competenze e capacità che sono rilevanti per il ruolo a cui ci stiamo candidando. Tale sezione è facoltativa, ma viene usata molto spesso per creare una rapida e positiva prima impressione. L’objective statement può invece essere usato insieme o al posto del career profile: esso indica quale tipo di lavoro stiamo cercando e perché. Molto utilizzato in USA, è adatto soprattutto a neolaureati e a coloro in cerca di una prima esperienza lavorativa.
    • Lunghezza: anche nel caso di un professionista con esperienza trentennale, il CV Inglese non deve mai superare le 3 pagine di lunghezza. Un recruiter deve poter capire se siamo affini al ruolo in circa 30 secondi. Pertanto, bisogna tagliare tutte le informazioni superflue e lasciare solo le essenziali. L’obiettivo è quello di fornire un’istantanea su chi siamo e sul perché il nostro profilo è adatto alla ricerca in corso.
    • Foto personale: le severe leggi anti discriminazione stabiliscono che un candidato vada valutato per le sue potenzialità piuttosto che per l’aspetto. Inserire la foto significa dimostrare di non essere consapevoli delle regole vigenti. Pertanto evitare sempre di inserirla salvo che non si tratti di un lavoro per cui sia esplicitamente richiesta.
    • Data di nascita: vale quanto detto al punto precedente. La data non è richiesta e non va inclusa, tuttavia, può essere utilizzata strumentalmente da giovani candidati che vogliano giustificare la scarsa esperienza professionale maturata.
    • Esperienza lavorativa: nella descrizione di queste esperienze non bisogna fare mai un semplice elenco statico dei compiti eseguiti. Bisogna piuttosto evidenziare, utilizzando verbi d’azione, i cosiddetti achievements ovvero i risultati raggiunti e il contributo che abbiamo di fatto apportato all’azienda.
    • Referenze: rappresentano un’informazione indispensabile che va necessariamente inserita al termine del proprio CV. Si tratta di un paio di nomi, qualifiche e contatti telefonici e/o indirizzi email che il recruiter può contattare per chiedere conferme o ulteriori informazioni sul profilo del candidato. Com’è possibile leggere in questa discussione Linkedin tale pratica è molto diffusa all’estero e bisogna necessariamente provvedere a inserire l’apposito campo nel proprio CV. Solitamente si segnala un contatto dal proprio passato professionale e uno da quello accademico. Importante è avvertire preventivamente queste persone, verificare la loro disponibilità e assicurarsi che sappiano condurre un’intervista telefonica in Inglese. Nel caso non si disponga di tali contatti sarà possibile comunicare la propria intenzione a fornirli in seguito con la frase: references available on request o references upon request.
    • Cover letter: rappresenta il necessario corredo a ogni candidatura estera, una sorta di biglietto da visita che deve convincere il selezionatore a valutare il nostro CV. Si presenta come un documento molto sintetico (massimo 1 pagina) in cui si riassumono esperienze professionali e competenze maturate, ma soprattutto s’indica il motivo per cui si è adatti a ricoprire quel determinato ruolo lavorativo. Proprio in virtù di ciò la lettera deve essere personalizzata in relazione ad ogni candidatura e tenere conto della posizione in oggetto e del settore di business in cui opera il datore di lavoro.

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