Ageism e reverse ageism: cosa fare se vivi una discriminazione basata sull’età

di Rocco Cutrupi Giugno 28, 2023
Ageism

La discriminazione sul lavoro in base all’età ha un nome: ageism o ageismo in italiano riferita ai lavoratori senior e reverse egeism, invece, riferita ai giovani lavoratori.

Gli esempi di discriminazioni sul posto di lavoro in base all’età continuano a moltiplicarsi in Italia e nel mondo intero provocando nei lavoratori diversi disagi e problemi di salute non solo fisica ma soprattutto mentale.

Le due forme di discriminazione di cui parliamo sono l’ageism che ha come vittima il lavoratore senior e il reverse ageism che, al contrario, punta il dito sul giovane lavoratore. Una piaga questa, che si sta diffondendo a macchia d’olio nel nostro Paese così come nel resto dell’Europa.

Scopriamo quali sono le categorie di lavoratori più colpiti e come contrastare il disagio attraverso 3 importanti strategie da mettere in pratica.

Cos’è l’ageism

ageism
Ageism e reverse ageism, cos’è e come contrastarlo (jobstep.it)

L’ageism, o ageismo, può essere definito come un pregiudizio che i lavoratori subiscono per via della loro età.  Questa forma di oppressione e di grave disagio può colpire tutti indistintamente, dai più giovani ai più anziani. L’età, quindi, è il fattore determinante che scatena, in chi lo provoca, l’ageismo che a sua volta genera forme di iniquità, che si traducono in discriminazione sul lavoro.

Tale argomento sta assumendo una rilevanza preoccupante tanto che è stato più volte segnalato anche dall’Organizzazione mondiale della sanità  (WHO). Secondo la World Health Organization, l’ageism, può coinvolgere tutti, indipendentemente dall’età. Tuttavia, si è soliti utilizzare ageismo riferendosi alle persone e ai lavoratori anziani, e reverse ageism quando la discriminazione per l’età riguarda i più giovani. La cosa che fa più paura è che esistono dievrse forme di ageism. Scopriamo quali sono.

3 forme di ageism

L’ageism si può presentare sotto diverse forme e non solo sul luogo di lavoro.  In particolare, le forme di ageismo sono:

  1. ageismo interpersonale: la discriminazione si verifica durante le relazioni sociali;
  2. ageismo istituzionale: quando sono le azioni delle istituzioni a creare forme di iniquità sulla base dell’età;
  3. ageismo interiorizzato: le forme di disparità sono così pervasive da persuadere il giovane o l’anziano.

L’età diventa, dunque, un problema per i lavoratori, soprattutto per i senior. In base a una statistica sull’argomento, oltre l’80% dei lavoratori senior in America ha ammesso di essere vittima di forme di discriminazione a causa dell’età. Per essere più precisi, alcuni esempi di ageismo si attivano quando un lavoratore è ritenuto non idoneo a svolgere determinate mansioni e, conseguentemente limitato nella progressione della carriera per via dell’età.

Un altro esempio palese di discriminazione basata sull’ageism è, per esempio, quando, l’età diventa un ostacolo all’ingresso nel mondo del lavoro. Ma non solo, rientrano nei casi di ageismo anche:

  • le molestie sul posto di lavoro o episodi di derisioni;
  • l’emarginazione dai processi decisionali;
  • Ignorare i bisogni in base all’età del lavoratore.

Il reverse ageism: quando ad essere discriminati sono i giovani lavoratori

Al contrario dell’ageismo, il reverse ageism colpisce soprattutto i giovani lavoratori. Secondo uno studio dell’APA,  i lavoratori tra i 20 e i 30 anni sono i soggetti maggiormente colpiti da questa forma di discriminazione sul lavoro.

differenza tra stage tirocinio
Quali sono le differenze tra stage, apprendistato e tirocinio (Pixabay)

Come nel caso dell’ageism, anche qui viene limitata la possibilità di sviluppo e crescita di un lavoratore, in questo casa giovane. Chi è vittima di reverse ageism è costretto a subire pregiudizi continui fino al punto di costringere il giovane lavoratore a dimettersi dal posto di lavoro oppure ad essere licenziato.

Secondo gli studiosi, ben il 60% dei lavoratori junior rivelano difficoltà sul posto di lavoro a:

  • essere presi sul serio;
  • a trasmettere le loro idee.

A questi aspetti già di per sé disdicevoli e disagianti, se ne aggiungono altri come:

  • Disparità di stipendio elevata tra un lavoratore senior e uno junior.
  • Assunzioni per età: Se l’età diventa una discriminante durante la fase del colloquio o se vengono chiaramente preferiti lavoratori dai 30 anni in su, è possibile che sia in atto un reverse ageism.
  • Insulti e battutine legati all’età giovane del lavoratore.
  • Carichi di lavoro eccessivi: se a un lavoratore junior vengono assegnati carichi di lavoro più pesanti rispetto ai lavoratori senior senza alcun motivo giustificabile, è molto probabile che il capo stia mettendo in pratica il reverse ageism.

3 strategie per difendersi dal reverse ageism

Quando il reverse ageism è pesante e palese bisogna prendere provvedimenti mirati come recarsi presso il proprio sindacato, il quale provvederà ad affidare il caso al Consigliere di Parità.

Per arrivare a questo però bisogna avere una conoscenza dei diritti del lavoratore e, soprattutto, conoscere approfonditamente il proprio CCNL di riferimento. Ma oltre a questi consigli da seguire, di seguito vediamo 3 strategie che potrebbero rendere la vita lavorativa più leggera e positiva.

  1. Contattare un career coach. Questa figura professionale può aiutare concretamente la vostra carriera. Da un lato può supportare i lavoratori alle prime armi e senza molta esperienza e per questo, spesso, inconsapevoli dei propri diritti nonché delle dinamiche lavorative. Dall’altro può aiutare i professionisti senior ad attualizzare le proprie competenze e a valorizzarle sul mercato del lavoro.
  2. Sviluppare nuove competenze. Più un lavoratore è competente e indispensabile per l’azienda, meno sarà soggetto a episodi di reverse ageism. Sebbene sia spiacevole evidenziarlo, tutte le discriminazioni tendono a colpire le fasce più deboli e le minoranze.Rendersi una risorsa per l’azienda può sicuramente aumentare la considerazione generale che gli altri hanno nei propri confronti.
  3. Pensiero positivo. Bisogna sapere che a volte si può incappare sul posto di lavoro in alcune situazioni sgradevoli. Se queste sono, ovviamente, marginali! Episodi del genere sono capitati un po’ a ogni lavoratore ed è dunque necessario non andare nel panico se accade e, al contrario, saper reagire con il giusto atteggiamento.  Lasciarsi prendere dall’ansia e dallo sconforto è di certo dannoso.

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