La discriminazione sul lavoro in base all’età ha un nome: ageism o ageismo in italiano riferita ai lavoratori senior e reverse egeism, invece, riferita ai giovani lavoratori.
Gli esempi di discriminazioni sul posto di lavoro in base all’età continuano a moltiplicarsi in Italia e nel mondo intero provocando nei lavoratori diversi disagi e problemi di salute non solo fisica ma soprattutto mentale.
Le due forme di discriminazione di cui parliamo sono l’ageism che ha come vittima il lavoratore senior e il reverse ageism che, al contrario, punta il dito sul giovane lavoratore. Una piaga questa, che si sta diffondendo a macchia d’olio nel nostro Paese così come nel resto dell’Europa.
Scopriamo quali sono le categorie di lavoratori più colpiti e come contrastare il disagio attraverso 3 importanti strategie da mettere in pratica.
L’ageism, o ageismo, può essere definito come un pregiudizio che i lavoratori subiscono per via della loro età. Questa forma di oppressione e di grave disagio può colpire tutti indistintamente, dai più giovani ai più anziani. L’età, quindi, è il fattore determinante che scatena, in chi lo provoca, l’ageismo che a sua volta genera forme di iniquità, che si traducono in discriminazione sul lavoro.
Tale argomento sta assumendo una rilevanza preoccupante tanto che è stato più volte segnalato anche dall’Organizzazione mondiale della sanità (WHO). Secondo la World Health Organization, l’ageism, può coinvolgere tutti, indipendentemente dall’età. Tuttavia, si è soliti utilizzare ageismo riferendosi alle persone e ai lavoratori anziani, e reverse ageism quando la discriminazione per l’età riguarda i più giovani. La cosa che fa più paura è che esistono dievrse forme di ageism. Scopriamo quali sono.
L’ageism si può presentare sotto diverse forme e non solo sul luogo di lavoro. In particolare, le forme di ageismo sono:
L’età diventa, dunque, un problema per i lavoratori, soprattutto per i senior. In base a una statistica sull’argomento, oltre l’80% dei lavoratori senior in America ha ammesso di essere vittima di forme di discriminazione a causa dell’età. Per essere più precisi, alcuni esempi di ageismo si attivano quando un lavoratore è ritenuto non idoneo a svolgere determinate mansioni e, conseguentemente limitato nella progressione della carriera per via dell’età.
Un altro esempio palese di discriminazione basata sull’ageism è, per esempio, quando, l’età diventa un ostacolo all’ingresso nel mondo del lavoro. Ma non solo, rientrano nei casi di ageismo anche:
Al contrario dell’ageismo, il reverse ageism colpisce soprattutto i giovani lavoratori. Secondo uno studio dell’APA, i lavoratori tra i 20 e i 30 anni sono i soggetti maggiormente colpiti da questa forma di discriminazione sul lavoro.
Come nel caso dell’ageism, anche qui viene limitata la possibilità di sviluppo e crescita di un lavoratore, in questo casa giovane. Chi è vittima di reverse ageism è costretto a subire pregiudizi continui fino al punto di costringere il giovane lavoratore a dimettersi dal posto di lavoro oppure ad essere licenziato.
Secondo gli studiosi, ben il 60% dei lavoratori junior rivelano difficoltà sul posto di lavoro a:
A questi aspetti già di per sé disdicevoli e disagianti, se ne aggiungono altri come:
Quando il reverse ageism è pesante e palese bisogna prendere provvedimenti mirati come recarsi presso il proprio sindacato, il quale provvederà ad affidare il caso al Consigliere di Parità.
Per arrivare a questo però bisogna avere una conoscenza dei diritti del lavoratore e, soprattutto, conoscere approfonditamente il proprio CCNL di riferimento. Ma oltre a questi consigli da seguire, di seguito vediamo 3 strategie che potrebbero rendere la vita lavorativa più leggera e positiva.
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